Siamo tutti isole (energetiche)

Ognuno di noi è un’isola. Per gli abitanti di Simris, un villaggio sulla costa meridionale della Svezia, è ancora più vero. Da un paio di settimane le 140 case del villaggio hanno staccato la spina dalla rete elettrica nazionale e funzionano in autonomia, grazie a un impianto fotovoltaico, una pala eolica e una batteria, che li mettono in grado di produrre in loco tutta l’elettricità di cui hanno bisogno. Con il progetto Local Energy System, la tedesca E.on e i suoi partner, fra cui anche l’italiana Loccioni, hanno trasformato così la piccola comunità in un’isola energetica, un territorio capace di autogestirsi e condurre una vita normale, senza sporcare l’ambiente e senza emissioni di CO2.

“Un impianto fotovoltaico da 440 kilowatt e una turbina eolica da 500 kilowatt producono tutta l’energia necessaria, che viene stoccata in una batteria agli ioni di litio da 800 kilowatt quando la produzione supera la domanda e poi resa disponibile, anche di notte e con il cielo coperto, da un sistema di distribuzione intelligente, che abbiamo progettato noi sul modello della Leaf Community, sviluppata per supportare i consumi dei nostri stabilimenti italiani e operativa già dal 2014”, spiega Antonio Giovannelli, responsabile delle divisione energia di Loccioni. Il progetto Leaf, avviato da Loccioni già a partire dal 2008 nel villaggio di Angeli di Rosora, non lontano da Jesi, dove ha sede, comprende una casa colonica, tre edifici industriali, il parco solare, la microcentrale idroelettrica e si è evoluto nel tempo a comunità smart, con l’integrazione del fiume Esino come risorsa, la mobilità elettrica Nissan, le colonnine di ricarica Enel, i sistemi di accumulo energetico Samsung e la gestione intelligente dei flussi energetici Loccioni, trasformando 2 chilometri di territorio marchigiano in un angolo di futuro. Oggi la Leaf Community è energeticamente autosufficiente al 55%, con un autoconsumo dell’88%, grazie a 13 milioni di euro investiti, più di 100 imprese e 18 enti coinvolti, che hanno portato il progetto a diventare un punto di riferimento internazionale, con oltre 36000 visitatori da tutto il mondo.

“Affidarsi completamente al sole e al vento pone una serie di difficoltà: bisogna mantenere in equilibrio la rete malgrado l’instabilità tipica delle fonti rinnovabili e modulare con attenzione il voltaggio e la frequenza dell’elettricità erogata. I nostri sistemi intelligenti servono a fornire agli abitanti di Simris la stessa qualità dell’energia elettrica offerta dalla rete ad alta tensione”, precisa Giovannelli. Ma l’esperienza di Simris non finisce qui. La sperimentazione, che fa perte del progetto europeo InterFlex, inserito nel programma Horizon 2020, intende trasformare tutti gli abitanti del villaggio in prosumers, capaci di produrre la propria energia con sistemi fotovoltaici dotati di batterie, e in consumatori intelligenti, grazie a una serie di impianti modulabili, come le pompe di calore. Entro la fine dell’anno tutti gli impianti saranno allacciati alla smart grid, che è in grado di autoregolarsi, caricando gli accumuli nei momenti di sovrapproduzione ed erogando l’elettricità stoccata quando la domanda supera la produzione, in modo da eliminare i picchi e rendere il sistema più efficiente. Gli abitanti di Simris potranno seguire l’andamento dei consumi e i flussi di produzione e accumulo dell’energia via web in tempo reale.

I dispositivi di flessibilità dei sistemi utilizzati a Simris saranno sempre più necessari negli anni a venire, quando l’Europa si avvicinerà al suo obiettivo di una generazione elettrica priva di emissioni a effetto serra e quindi completamente basata sulle fonti rinnovabili. “Con i giusti sistemi tecnologici e soluzioni intelligenti, a Simris oggi possiamo dimostrare che un futuro dell’energia decentralizzata, rinnovabile e affidabile è possibile”, ha detto Leonard Birnbaum, membro del board di E.on, all’inaugurazione dell’isola energetica. “La parte più bella di questo progetto è avere la possibilità di creare un “gemellaggio energetico” tra un piccolo paesino delle Marche e un piccolo paesino della Svezia. Il ponte che si è creato tra il progetto Les e il progetto Leaf mette in moto una rete non solo di imprese, ma anche di persone, accomunate dall’obiettivo di un futuro sostenibile”, ha commentato Enrico Loccioni, fondatore del gruppo marchigiano.

L’obiettivo di InterFlex, partito all’inizio di quest’anno con quasi 23 milioni di euro di investimenti (di cui 17 da contributi europei), è proprio quello di esplorare per tre anni varie tecnologie di flessibilità nelle reti di distribuzione intelligenti, per superare le difficoltà poste da un’alimentazione instabile come quella delle fonti rinnovabili. In questi tre anni, i venti partner coinvolti gestiranno sei progetti innovativi in cinque Paesi europei – Svezia, Olanda, Germania, Francia e Repubblica Ceca – per investigare le relazioni fra le possibili flessibilità offerte dai sistemi di produzione e consumo in relazione alla rete di distribuzione, con particolare attenzione agli accumuli, alla ricarica intelligente delle auto elettriche, ai sistemi di demand response, alle isole energetiche, all’automazione delle reti e all’integrazione intelligente fra elettricità e calore.

In uno scenario in cui saranno sempre più numerose le isole energetiche e le microgrid, in cui si autoproduce l’energia di cui si ha bisogno, in cui la totale indipendenza dalle fonti fossili è ormai una possibilità concreta, diventano sempre più importanti le tecnologie capaci di garantire la qualità del servizio e la sua affidabilità.