Il biologico che cresce sotto i led

Una vera e propria “fabbrica” di ortaggi biologici, per ora unica nel suo genere, ha aperto i battenti vicino a Chicago su 30mila metri quadri di superficie distribuiti fra 14 torri, illuminate a led, che possono dare 25 raccolti all’anno, senza fertilizzanti chimici e senza pesticidi, consumando un quarto dell’energia e un decimo dell’acqua normalmente impiegate per coltivare gli stessi ortaggi in campo aperto o in serra. L’esperimento di agricoltura urbana, ancora mai tentato così in grande stile, potrebbe essere il primo di una lunga serie.

Cruciali per la vita di questo paradiso high-tech da 2 milioni e mezzo di dollari, sviluppato da Green Sense Farms, sono migliaia di led blu e rossi forniti da Philips. La luce che emettono questi led, messi a punto in anni di studi, ha precisamente la lunghezza d’onda richiesta dalle piantine di lattuga, rucola, cavolo nero, piselli, erba cipollina, menta, origano, prezzemolo, salvia e basilico coltivate nello stabilimento di Chicago.

Non è la prima volta che si sperimenta la via dell’agricoltura verticale, ma stavolta i led fanno la differenza: non essendo incandescenti, possono essere posizionati più vicini alle piantine senza danneggiarle, assicurando una maggiore densità di prodotto sulla stessa superficie, rispetto alle lampade fluorescenti usate di solito in questo tipo di installazioni. Ora gli esperti di Philips stanno mappando altre varietà di ortaggi adatte a questo tipo di illuminazione, per combinarla poi con la tecnologia di coltivazione idroponica elaborata da Green Sense Farms e moltiplicare le fabbriche di ortaggi. L’obiettivo dei tre soci fondatori, Robert Colangelo, Carl Wenz e William Gildea, è di installare una serie di orti verticali vicino a scuole, ospedali e uffici, in modo da minimizzare il trasporto per ridurre l’impronta ambientale del prodotto.

Le coltivazioni indoor hanno il vantaggio di non risentire degli sbalzi del clima: niente siccità, niente inondazioni, niente invasioni di cavallette. Ma richiedono un’illuminazione artificiale, che fino ad ora era risultata troppo costosa rispetto alla luce del sole, che notoriamente splende gratis. Il trucco sta nel trovare un modo per riportare lo stesso il bilancio in equilibrio. In questo caso, il trucco consiste nell’esposizione di ogni pianta a una specifica illuminazione, che risponda alle sue esigenze biologiche, per farla crescere più sana e produttiva, senza prodotti chimici e con meno dispendio di energia. In questo modo il prodotto si può vendere anche ai consumatori in cerca di alimenti biologici e l’investimento diventa remunerativo.

La nuova tecnologia è pensata soprattutto per le aree metropolitane, che avranno sempre più bisogno di coltivazioni verticali, vista la crescente urbanizzazione. Già oggi oltre metà dell’umanità si è inurbata e le previsioni dicono che nel 2050 saremo all’80% cittadini. Per alimentare tutta questa gente, senza ampliare a dismisura l’impronta agricola delle città, quale sistema migliore di coltivare in loco gli ortaggi destinati a sfamarla?