Piccole grid urbane crescono

Conosciuta come la “città solare” tedesca, Friburgo in Breisgau produce da sola più energia fotovoltaica della Svezia, del Belgio, della Grecia o del Portogallo. La battaglia contro le auto ne ha fatto anche una città quasi completamente car-free. La bicicletta è il mezzo principe per gli spostamenti cittadini: negli ultimi trent’anni le piste ciclabili sono aumentate in lunghezza da 29 a oltre 500 chilometri. La città è orgogliosa di sottolineare che in media ci sono tre biciclette per ogni due abitanti. Accanto alle guglie gotiche del Duomo, l’edificio più ammirato di Friburgo è Heliotrop, la casa girasole di Rolf Disch, l’architetto che ha ideato la Solarsiedlung, il quartiere ecologico modello che produce più energia di quanta ne consumi.

Considerato il primo edificio al mondo in grado di produrre tramite fonti rinnovabili una quantità di energia superiore al suo fabbisogno, Heliotrop è stato costruito negli anni Novanta per diventare la residenza del suo progettista. Si tratta di una costruzione cilindrica di tre piani, rivestita di vetro, ma perfettamente isolata e in grado di ruotare su se stessa seguendo il moto apparente del sole, per massimizzare gli apporti solari. La struttura, situata fuori dal centro ma a un quarto d’ora di tram dal Duomo, è realizzata secondo i principi dell’architettura passiva per ridurre al minimo il proprio fabbisogno energetico ed è perfettamente autosufficiente. Ovviamente è dotata di un impianto fotovoltaico, anch’esso in grado di ruotare su se stesso, indipendentemente dal resto dell’edificio, per migliorarne ulteriormente le prestazioni. Il fabbisogno di calore è coperto da un impianto solare termico e da un impianto geotermico, mentre i consumi idrici sono minimali, grazie a un sistema di recupero dell’acqua piovana e di purificazione delle acque reflue.

Dopo la costruzione del suo Heliotrop, Rolf Disch si è lanciato in un progetto più ambizioso, proponendo il recupero di un’area militare dismessa, contigua a Heliotrop, per farne un quartiere con bilancio energetico positivo. Qui tutte le abitazioni presentano le medesime caratteristiche: pianta rettangolare, due piani più mansarda, copertura a falda singola dotata di impianto fotovoltaico, orientamento Nord-Sud e disposizione delle camere adatta a sfruttare al meglio l’irraggiamento solare. Il quartiere usufruisce anche di una rete di teleriscaldamento locale a biomasse, che fornisce una parte dell’energia termica nei periodi dell’anno in cui la produzione fotovoltaica è più bassa. Grazie a queste caratteristiche, il bilancio energetico annuale dell’intero quartiere è ampiamente positivo. Gli esercizi commerciali sono collocati in un edificio allungato, chiamato Solar Ship, anch’esso alimentato solo con energie rinnovabili e perfettamente autosufficiente.

La città, ai margini della Foresta Nera, è circondata da alture e caratterizzata da un clima mite e molto soleggiato. Le temperature scendono raramente sotto i 2 gradi durante l’inverno e non salgono quasi mai oltre i 20 gradi durante l’estate. Questo consente di rinunciare alla climatizzazione. Le automobili non sono ammesse all’interno del quartiere. In questo modo, grazie anche alla capillare e funzionale rete di trasporti pubblici, due terzi degli abitanti hanno rinunciato alla macchina. Pedoni e biciclette accedono alle aree residenziali attraverso gli ingressi posti lungo la via commerciale, mentre il terreno boscoso lungo il bordo orientale costituisce un confine naturale. Gli spazi esterni sono stati progettati in continuità con gli spazi interni e sono caratterizzati da una forte presenza di verde: orti, terrazze e giardini.

La Solarsiedlung creata da Rolf Disch è servita da modello ad altri insediamenti analoghi in Germania e a un eco-quartiere alla periferia Sud di Londra, BedZed. Il quartiere londinese, disegnato da Bill Dunster e inaugurato nel 2003, è stato concepito per ridurre al massimo l’apporto energetico dalla rete, ma non è off-grid. In realtà BedZed non è mai riuscito a raggiungere una completa autosufficienza, ma ha comunque un’impronta energetica molto ridotta, meno della metà della media residenziale britannica.