Soluzioni ad ampio raggio

La pianificazione delle regioni metropolitane è tradizionalmente la più scarsa. Per eccellenti motivi: le aree sono vaste e coinvolgono numerose giurisdizioni, settori e servizi diversi. L’urbanistica viene comunemente gestita da esperti nei centri urbani o da architetti focalizzati sulle costruzioni, più che sull’ecosistema regionale. E’ impossibile, però, concepire una strategia complessiva concentrandosi solo sul centro cittadino: una visione regionale aiuta a proteggere le aree naturali, le riserve idriche, la qualità dell’aria e le risorse necessarie per la vita delle metropoli. Lo dimostrano diversi esempi virtuosi, di città che si sono sforzate di allargare le strategie urbane al contesto regionale.

Nei trasporti questo approccio è cruciale, perché durante il giorno le metropoli raddoppiano i propri abitanti, ospitando i pendolari che gravitano sui centri cittadini per recarsi al lavoro. Un sistema efficace di trasporti pubblici regionali consente ai pendolari di lasciare l’auto a casa ed è un fattore chiave per mitigare i problemi di traffico e d’inquinamento delle metropoli. Lo snodo centrale della mobilità intelligente è una perfetta intermodalità tra mezzi diversi, come nel caso di Francoforte, dove negli snodi principali è possibile passare da un treno veloce a lunga percorrenza a un treno regionale, una metropolitana o una bici in bike sharing con la stessa tessera. Sistemi di pagamento comuni per le ferrovie e i trasporti locali sono di casa in Giappone, dove ci si muove liberamente con la smartcard Pasmo in stazioni integrate fra le reti metropolitane di Tokio, Kyoto e Osaka, comprese le linee ferroviarie che le collegano. In questo modo si facilita l’uso dei trasporti pubblici e la macchina diventa un mezzo sempre meno pratico per spostarsi nelle regioni metropolitane. Un buon sistema di pagamenti unici funziona anche a Londra, dove i pendolari passano senza soluzione di continuità dai mezzi locali alle ferrovie con la stessa tesserina, la Oyster Card, che presto verrà rimpiazzata da una semplice carta di credito, con l’abilitazione di tutti gli accessi al pagamento contactless.

Una visione regionale è importante anche per la gestione idrica. New York protegge gelosamente tutti i territori attorno al bacino del fiume Hudson, con i suoi affluenti, per evitare l’inquinamento delle acque. Lo stesso discorso vale per la qualità dell’aria. Sapporo custodisce le pendici della sua montagna, che le fornisce aria buona, un efficace raffrescamento del clima, il controllo dell’erosione, la ricreazione per i suoi abitanti e il legno per le costruzioni. Chicago impone una regolamentazione regionale per tutelare la sua qualità dell’aria e Edmonton, in Canada, concentra gli insediamenti industriali sottovento.

Stoccarda in Germania, è nota per la difficile situazione orografica: è incassata in un bacino dove l’aria ristagna e lo smog resta intrappolato. Ma da decine di anni la città combatte questo problema con un’attenta pianificazione regionale delle costruzioni, che vengono distribuite in modo da creare naturali corridoi di ventilazione, lasciando sempre aperti sbocchi nelle valli laterali, in qualche caso anche con la demolizione di edifici costruiti nel posto sbagliato. Questo approccio è talmente efficace che recentemente anche Pechino ha annunciato l’intenzione di adottarlo.

Per la mitigazione del clima, Valencia ha pianificato distese di orti attorno alla città e Londra impone una cintura verde, dove la vegetazione naturale dev’essere libera di crescere. Portland ha fissato un limite per l’espansione, oltre il quale le periferie non possono allargarsi. Per combattere l’espansione urbana, Barcellona e Canberra hanno addirittura pianificato lo sviluppo di insediamenti compatti in una serie di piccole città satellite nella regione circostante.

L’urbanistica regionale, dunque, diventa sempre più importante e richiede un nuovo mix di competenze, con la crescita di esperti in ecosistemi e infrastrutture regionali, che dovrebbero avere una visione complessiva delle aree metroplitane. I finanziamenti per la pianificazione, l’implementazione e il monitoraggio dei progressi dovrebbero essere assegnati ai diversi livelli di governo. Agenzie internazionali, organizzazioni non governative, accademici e professionisti dovrebbero contribuire con studi sui casi virtuosi, sui modelli positivi e sui nuovi progetti. Le università dovrebbero istituire unità multisettoriali per la pianificazione regionale. C’è tutta una strategia da costruire attorno alla aree metropolitane, prima ancora di istitutire le nuove entità amministrative.