Flightcar non significa auto che vola, ma quasi. Fra le tante declinazioni della sharing economy, Flightcar si sta conquistando un posto importante nel cuore dei viaggiatori che arrivano in aereo e poi hanno bisogno di una macchina. E anche di quelli che partono con l’aereo e vogliono arrivare in aeroporto in macchina. Tutti coloro che intraprendono un viaggio in aereo hanno pensato almeno una volta a come ottimizzare i costi del parcheggio, specialmente nei casi di soggiorni medio-lunghi. Flightcar ha combinato la comodità del car sharing peer-to-peer con l’esigenza di lasciare la macchina in aeroporto senza pagare uno sproposito. Così come Airbnb, il sito che consente di affittare la propria casa nel periodo in cui è vuota, anche Flightcar offre la stessa opportunitò per la macchina.
Si parte per un viaggio? All’auto pensano loro. Viene presa in carico alla partenza e utilizzata per noleggi brevi o lunghi, a seconda della disponibilità accordata. Il vantaggio è doppio: risparmiare la tariffa del parcheggio e incassare il canone del noleggio. Nel peggiore dei casi, se l’auto resta in garage, il parcheggio non costa nulla. Per chi arriva, il vantaggio è affittare un’auto a prezzi molto competitivi, negli stessi tempi di procedura di un normale affitto di una macchina e con qualche facilitazione logistica in più.
La registrazione è ovviamente online, a condizione d’inviare l’estratto dei propri punti patente, da richiedere tramite il sito del ministero dei trasporti italiano. Una volta atterrati si comunica la disponibilità e in pochi minuti arriva un black cab per il trasferimento al vicino centro logistico di Flightcar. Si viene accolti dal personale, che con un semplice tablet effettua i controlli di routine tra carta di credito e patente e si passa alla scelta della vettura. Il tutto non dura più della procedura standard per l’affitto tradizionale con Hertz o Avis, tanto che le compagnie di autonoleggio sono già sul piede di guerra.
Con una logistica rapida e facile, i tre diciottenni fondatori della start-up, Rujul Zaparde, Shri Ganeshram e Kevin Petrovic, si sono sforzati di semplificare la vita al cliente, su tutti e due i fronti dell’operazione. Chi mette a disposizione la propria macchina la consegna a un operatore in aeroporto subito prima di partire e la ritira all’arrivo. Le uniche condizioni richieste per partecipare sono un’auto che abbia percorso meno di 150.000 miglia e che sia stata immatricolata non prima del 1999. L’utilizzo del veicolo da parte di terzi è tutelato da assicurazione e Flightcar ha previsto anche un servizio di pulizia del mezzo prima della riconsegna.
Il sistema è oliatissimo e malgrado esista da poco più di un anno si sta diffondendo a macchia d’olio: è già attivo in una dozzina di aeroporti sulle due coste Usa, da Boston a Dallas e da Seattle a San Diego, con presenza capillare in tutti gli aeroporti californiani, da cui la startup è partita. Non mancano, nel frattempo, la grane legali, come a tutte le compagnie della sharing economy. Forse sono solo malattie infantili.