Sole batte vento e dà energia a tutto il Sud Italia.
Il sorpasso storico del fotovoltaico italiano sull'eolico è senza paragoni nel mondo ed è già avvenuto da qualche mese: in febbraio la produzione elettrica del sole è stata di 10.678 gigawattora contro i 10.568 gigawattora del vento, in base a uno studio di Confartigianato. A maggio la distanza era ancora più marcata: 14.490 gigawattora contro 11.541. In pratica, il fotovoltaico diventa la prima fonte energetica rinnovabile d'Italia, ad eccezione dell'idroelettrico, e può soddisfare completamente la domanda delle famiglie di tutto il Sud, che a maggio è stata di 14.451 gigawattora.
Un risultato raggiunto grazie al boom dell'ultimo anno, che ha portato la produzione fotovoltaica a un balzo del 343%, dai 3.270 gigawattora del maggio 2011 ai 14.490 del maggio 2012, mentre l'eolico cresceva "solo" del 27% nello stesso periodo. E' crollata, invece, la produzione termica da fonti fossili: da maggio 2011 a maggio 2012, le fonti tradizionali hanno prodotto 12.373 gigawattora in meno, sia per il calo complessivo dei consumi elettrici a causa della crisi, sia perché la produzione elettrica da fonti rinnovabili ha sempre la precedenza, per legge, sul mercato dell'energia.
Ma investire nelle rinnovabili non porta vantaggi soltanto in termini ambientali. Il parco fotovoltaico italiano sfiora ormai i 390mila impianti, arrivando a coinvolgere oltre 100mila imprese specializzate, con quasi 370mila addetti nel primo trimestre di quest'anno. Il boom ha fatto registrare un aumento dell'occupazione dell'11,9% nel settore dei lavori di costruzione specializzata tra il 2010 e il 2011, secondo l'ufficio studi di Confartigianato. Un dato settoriale straordinario nell'attuale congiuntura, che ha permesso all'Italia di conquistare il primo posto nel confronto con le altre principali economie europee. Soltanto la Germania ha registrato un aumento dell'occupazione nel settore (+1,2%), che cala invece in Francia (-1%), Gran Bretagna (-4,2%) e Spagna (-9,8%).
Questa crescita, però, è costata molto cara ai consumatori italiani: nel 2011 il Gse ha distribuito ai produttori di energia da fonti rinnovabili 11 miliardi di incentivi, che quest'anno lieviteranno a oltre 14, andando a incidere pesantemente sulle bollette. La parte più ricca – 3,2 miliardi, che diventeranno 5,9 quest'anno – è toccata appunto agli impianti fotovoltaici, seguiti dai produttori di Cip6 (fonti rinnovabili e "assimilate") che hanno intascato 3,5 miliardi, invariati nel 2012, e poi dai produttori che hanno venduto energia verde in Borsa elettrica, con un vantaggio di 1,4 miliardi, che saliranno a 1,8 quest'anno. Di qui, i tagli agli incentivi, formalizzati nei giorni scorsi dal governo con il varo dei nuovi decreti, che stanno scatenando aspre polemiche nel settore.
Nonostante la corsa del sole e del vento, comunque, le energie rinnovabili coprono solo il 26,2% della produzione energetica italiana, contro il 73,8% del termico. Ma continueranno a crescere alla grande. In base alle previsioni dell'International Energy Agency, che ha appena pubblicato il suo primo rapporto dedicato interamente alle fonti rinnovabili, la produzione di energia verde in Italia dovrebbe crescere di 34 terawattora nei prossimi 5 anni, fin quasi a 120 terawattora nel 2017, rispetto agli 85 del 2011. A dispetto dei tagli generalizzati degli incentivi alle fonti pulite, è un futuro decisamente roseo quello tracciato dall'agenzia di Parigi, che prevede nei prossimi cinque anni una crescita globale della produzione elettrica da fonti pulite di oltre il 40%, fino a quasi 6.400 terawattora nel 2017, dai 4.500 del 2011. La produzione, sottolinea però l'Iea, si sposterà gradualmente dai Paesi Ocse verso quelli emergenti, che rappresenteranno i due terzi della crescita. Dei 710 gigawatt di nuova capacità installata previsti nei prossimi 5 anni, il 40% sarà realizzato in Cina e significativi sviluppi si registreranno in India e Brasile. Nell'Ocse, invece, i mercati guida saranno gli Stati Uniti e la Germania, con una crescita della capacità installata di 56 e 32 gigawatt, grazie al significativo calo dei costi delle nuove tecnologie energetiche.