Via al maxi piano europeo per l’edilizia verde

L'efficienza energetica non è più un
optional, ma diventa un obbligo di legge. Con la direttiva adottata
dal Consiglio Europeo, in vigore da fine ottobre per
essere ratificata dai parlamenti nazionali entro 18 mesi, il tema
dell'uso più efficiente dell'energia si trasforma da ambizione
politica in necessità vincolante per i membri dell'Unione. Come ha
spiegato Claude Turmes, relatore della direttiva al Parlamento
Europeo, puntare sull'efficienza energetica è fondamentale non solo
per la sicurezza energetica e per la lotta ai cambiamenti climatici,
ma è soprattutto un'importante strategia europea per stimolare
l'economia e creare nuova occupazione. Turmes ha ricordato che le
importazioni di petrolio e gas sono oggi la principale voce di
trasferimento di ricchezza dall'Europa al resto del mondo. Se nel
1999 i Paesi dell'Unione spendevano poco più di 84 miliardi di euro
per le importazioni energetiche, cioè circa l'1% del Pil, nel 2011
questa cifra è aumentata di sei volte, fino a superare i 488
miliardi di euro, pari al 3,9 del Pil europeo.

Efficienza

Per uscire da questo circolo vizioso,
la direttiva stabilisce un quadro comune di misure, obbligando ogni
Paese a fissare un obiettivo nazionale indicativo in funzione del suo
consumo di energia, mirato a rispettare la meta comunitaria del
20-20-20. Ma alcuni Paesi, in particolare la Finlandia, la Spagna e
il Portogallo (la prima si è astenuta, gli altri due hanno votato
contro la direttiva in Consiglio Europeo), sono preoccupati per il
costo che comporterà l'adozione della nuova normativa. Si stima che
gli investimenti necessari per raggiungere i target siano compresi
tra i 40 e 50 miliardi di euro in media per ogni membro dell'Unione.

L'elemento chiave della nuova
legislazione europea sono i piani nazionali. Infatti ad aprile 2013
gli Stati membri dovranno presentare i loro programmi nazionali per
raggiungere l'obiettivo. Seguirà poi la valutazione ad hoc della
Commissione. Se la Commissione dovesse ritenere i piani nazionali
insufficienti a centrare il target del -20%, s'impegnerà ad
aggiungere ulteriori misure vincolanti in modo da coprire il divario.

Gli enti pubblici dovranno svolgere un
ruolo esemplare, in quanto gli Stati membri dovranno garantire dal 1°
gennaio 2014 la riqualificazione del 3% della superficie totale degli
"edifici riscaldati e/o raffrescati posseduti ed occupati dal
loro governo centrale" con una "metratura utile totale"
superiore a 500 metri quadri; dal luglio 2015 quest'obbligo
riguarderà anche gli immobili superiori a 250 metri quadri. Gli
Stati potranno anche decidere di coinvolgere le amministrazioni di
livello inferiore a quello governativo, calcolando il 3% sulla somma
delle superfici di tutte le amministrazioni pubbliche.

Il Parlamento europeo, il Consiglio e
la Commissione hanno concordato un impegno simile sul fronte degli
acquisti pubblici, in modo che le nazioni assicurino esclusivamente
prodotti, servizi ed immobili ad alta efficienza energetica e
incoraggino gli enti pubblici, in caso di bandi di gara per appalti
di servizi con un contenuto energetico significativo, a valutare la
possibilità di concludere contratti di rendimento energetico a lungo
termine che consentano consistenti risparmi. Sono previste anche
specifiche misure di audit energetico rivolte alle grandi imprese e
al public procurement. Il green public procurement è una delle
grandi novità: porterà gli enti pubblici a tenere in considerazione
i criteri di impatto ambientale e sostenibilità quali fattori
determinanti prima di concedere un appalto o acquistare forniture di
beni e servizi.

Inoltre, c'è la richiesta alle
compagnie energetiche di ridurre le loro vendite di energia alle
imprese, industrie e famiglie di almeno l'1,5% all'anno: ogni Stato
membro dovrà istituire un regime nazionale obbligatorio per
garantire questo obiettivo. Per raggiungere questo target, però, i
Ventisette avranno a disposizione una certa flessibilità d'azione e
la possibilità di utilizzare misure alternative equivalenti, come la
rateizzazione dell'obiettivo o l'introduzione di misure fiscali ad
hoc.