La battaglia per la conquista dell'acqua italiana si combatte fra Roma e Torino. Con la separazione da Gdf-Suez, Acea esce dalla produzione elettrica e si concentra sulle forniture idriche, di cui è già leader nazionale con 8 milioni di utenti in quattro regioni. Ma per crescere in questo mercato, che agita i sogni di tutte le ex municipalizzate, avrà bisogno di un altro socio privato, che ancora non c'è. E dovrà vedersela con Iren, che punta a diventare la protagonista del settore idrico nazionale, mettendo insieme la ligure Mediterranea delle Acque, la piemontese Smat e la siciliana Acque Potabili, in società con il fondo per le infrastrutture F2i, guidato da Vito Gamberale.
L'accordo di separazione dai francesi, che dovrebbe essere completato entro fine anno, prevede per Acea la cessione di tutte le centrali, tranne gli impianti idroelettrici e due piccole turbogas, oltre al trasferimento a Gdf-Suez di tutte le attività di trading nell'energia. In cambio l'utility romana ottiene il totale controllo delle vendite nella capitale e spunta un contratto di fornitura di energia fino al 2016, oltre a un conguaglio di 50 milioni cash e 180 milioni come deconsolidamento del debito. Ora Acea sarà più libera di espandersi nel core business, inteso come acqua: il suo impero già si estende su ampie fette di Lazio, Campania, Umbria e Toscana, ma potrebbe espandersi ulteriormente. "A questo contribuiranno le opportunità fornite dal decreto Ronchi: parteciperemo alle gare per le gestioni idriche e delle reti di distribuzione di energia", ha detto l'amministratore delegato Marco Staderini a trattativa conclusa. Il decreto Ronchi, però, prevede anche che i Comuni riducano la loro partecipazione al di sotto del 30% nelle società quotate di servizi pubblici, se vogliono mantenere gli affidamenti. Di conseguenza Staderini e il presidente Giancarlo Cremonesi dovranno cedere almeno il 10% della società entro il 2013 e un altro 10% entro il 2015. A chi?
Difficile pensare che Francesco Gaetano Caltagirone, primo socio privato della multiutility capitolina, possa essere interessato alla quota che il Comune dovrà mettere in vendita per rispettare i nuovi tetti di legge, anche perché ha già rastrellato azioni Acea quest'estate, portando la sua partecipazione al 13,4% del capitale, con una relativa riduzione al 25% del flottante in Borsa. In questo modo, tecnicamente Acea è diventata un "titolo sottile", che non riesce a esprimere il reale valore della società, come fa notare un'analisi di Merrill Lynch. Anche per questo la banca d'affari si limita a un giudizio "neutral" e non prevede grande creazione di valore a breve.
Intanto Iren, la nuova multiutility nata dalla fusione della ligure-piemontese Iride con l'emiliana Enìa, si è già portata avanti e fa le cose sul serio: lo dimostra l'ingresso nei suoi servizi idrici di F2i, fondo privato guidato dall'ex manager pubblico Vito Gamberale, promosso dalla Cassa Depositi e Prestiti con l'immediata adesione delle fondazioni bancarie e delle grandi banche. Conclusa con successo l'Opa di Iren sulla genovese Mediterranea delle Acque e riscattata la quota del colosso francese Veolia, la nuova società San Giacomo, al termine degli aumenti di capitale previsti, avrà come azionista di maggioranza Iren al 65% e come partner industriale il fondo di Gamberale al 35%, con un'ulteriore opzione del 5%. La società così predisposta è il contenitore ideale per consolidare anche la torinese Smat, la siciliana Acque Potabili e i servizi idrici ora gestiti da Enìa, nelle province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, prossime a Mediterranea delle Acque per contiguità territoriale e azionaria.
Le premesse per la nascita di una Veolia italiana, dunque, ci sono tutte: l'ipotesi di un simile allargamento, dopo un anno di trattative complesse fra Iren e F2i, è la seconda fase naturale di un processo in cui la prima fase è già andata in porto. Quando la costruzione sarà completa – in tempi che potrebbero anche essere stretti – il nuovo polo dell'acqua del Nord-Ovest avrà tutte le carte in regola per competere con l'attuale leader nazionale e forse anche qualche carta in più.