Ma siamo ancora umani? Dipende. Certo è che l'evoluzione della nostra specie continua, anzi, sta accelerando. Il primo proto-umano, come noto, è un ominide africano chiamato Homo abilis, comparso 2 milioni e mezzo di anni fa. Da allora ad oggi nella nostra famiglia si sono susseguite almeno altre sei specie ormai estinte, dall'Homo erectus all'Homo neanderthalensis, prima di arrivare all'Homo sapiens di oggi. Ogni specie si è evoluta per conto proprio, da un gruppo di ominidi rimasto separato dal grosso della popolazione per diverse generazioni, in un ambiente nuovo, che favoriva caratteristiche diverse. Tagliati fuori dai loro ex-compagni, questi piccoli gruppi andavano per la propria strada genetica e quindi perdevano la capacità di riprodursi con la popolazione d'origine. Siamo arrivati così anche noi, circa 200mila anni fa, ma la frammentarietà dei ritrovamenti fossili non ci consente di identificare con certezza il nostro primo antenato, com'è stato fatto con Lucy, il primo australopiteco ritrovato in Etiopia quando i Beatles cantavano “Lucy in the Sky with Diamonds”. Da allora in poi la nostra specie si è sparsa nel mondo intero ed è prevalsa sulle altre: 10mila anni fa l'Homo sapiens aveva già colonizzato tutti i continenti, salvo l'Antartide. Con una presenza così estesa, si poteva presumere che l'evoluzione negli umani fosse terminata. E questa è stata la posizione di molti genetisti fino ai tempi recenti. Ma con la mappatura del genoma i ricercatori hanno potuto verificare meglio. Henry Harpending e John Hawks hanno scoperto che almeno il 7 per cento del genoma umano si è evoluto negli ultimi cinquemila anni e questi cambiamenti dipendono da condizioni ambientali diverse: tanto per fare un esempio, pochi cinesi e africani sono in grado di digerire latte fresco da adulti, al contrario di quasi tutti gli europei del Nord. Un altro studio di Pardis Sabet ha scoperto che oltre 300 regioni del genoma umano mostrano l'evidenza di mutazioni recenti, ad esempio nelle variazioni di pigmentazione della pelle o nella resistenza a certe malattie, grazie alle quali le diverse popolazioni sono riuscite a sopravvivere meglio nel loro specifico ambiente naturale Le ricerche di Harpending dimostrano che negli ultimi diecimila anni la specie umana si è evoluta cento volte più rapidamente di quanto sia avvenuto nei millenni precedenti, come spiega nel suo The 10,000 Year Explosion, scritto insieme a John Cochran e pubblicato da Basic Books all'inizio di quest'anno. I due attribuiscono la nuova accelerazione soprattutto ai cambiamenti enormi portati dallo sviluppo dell'agricoltura e dalla concentrazione nelle città. Le mutazioni più recenti, infatti, sono tutte mirate a difenderci dalla micidiale combinazione di carenze igieniche, alimentazione diversa e malattie inedite (spesso contratte da animali domestici), tipica della nuova condizione in cui ci troviamo. Malgrado le riserve di alcuni studiosi, gli umani sembrerebbero quindi in piena evoluzione. Se diventeremo Jedi o Sith, però, non lo sa nessuno.
- Home
- Chi Sono
- Archivio
-
Categorie
- acqua
- Alimentazione
- alta velocità
- Ambiente
- autostrade
- Banda Larga
- Biodiversità
- Casa
- Clima
- creatività
- Demografia
- Digitale
- Disuguaglianza
- ecologia
- economia
- Energia
- esperienze
- Europa
- ferrovie
- fonti rinnovabili
- frontiere
- Innovazione
- Lavoro
- media
- Miscellanea
- mobilità
- nucleare
- porti
- prima pagina
- progetti
- reti energia
- reti tlc
- ricerca
- rifiuti
- Scienza
- Senza categoria
- Sostenibilità
- Tecnologia
- trasporti
- università
- Cerca
Indica un intervallo di date:
Segui anche su
Commenti Recenti
I Nostri Blog
Le regole della Community
Il Sole 24 ORE incoraggia i lettori al dibattito ed al libero scambio di opinioni sugli argomenti oggetto di discussione nei nostri articoli. I commenti non devono necessariamente rispettare la visione editoriale de Il Sole 24 ORE ma la redazione si riserva il diritto di non pubblicare interventi che per stile, linguaggio e toni possano essere considerati non idonei allo spirito della discussione, contrari al buon gusto ed in grado di offendere la sensibilità degli altri utenti. Non verranno peraltro pubblicati contributi in qualsiasi modo diffamatori, razzisti, ingiuriosi, osceni, lesivi della privacy di terzi e delle norme del diritto d'autore, messaggi commerciali o promozionali, propaganda politica.
Finalità del trattamento dei dati personali
I dati conferiti per postare un commento sono limitati al nome e all'indirizzo e-mail. I dati sono obbligatori al fine di autorizzare la pubblicazione del commento e non saranno pubblicati insieme al commento salvo esplicita indicazione da parte dell'utente. Il Sole 24 ORE si riserva di rilevare e conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP del computer da cui vengono pubblicati i commenti al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. Ogni ulteriore diffusione dei dati anagrafici dell’utente e di quelli rilevabili dai commenti postati deve intendersi direttamente attribuita alla iniziativa dell'utente medesimo, nessuna altra ipotesi di trasmissione o diffusione degli stessi è, dunque, prevista.
Tutti i diritti di utilizzazione economica previsti dalla legge n. 633/1941 sui testi da Lei concepiti ed elaborati ed a noi inviati per la pubblicazione, vengono da Lei ceduti in via esclusiva e definitiva alla nostra società, che avrà pertanto ogni più ampio diritto di utilizzare detti testi, ivi compreso - a titolo esemplificativo - il diritto di riprodurre, pubblicare, diffondere a mezzo stampa e/o con ogni altro tipo di supporto o mezzo e comunque in ogni forma o modo, anche se attualmente non esistenti, sui propri mezzi, nonché di cedere a terzi tali diritti, senza corrispettivo in Suo favore.