Il corpo gigantesco di un motore a reazione fa paura, da vicino. Una singola paletta della turbina produce la stessa potenza di un’auto di formula 1 e in questo motore ce ne sono 68. Ma basta equipaggiarsi bene, con un paio di occhiali in 3D e un puntatore laser a forma di pistola, per entrarci dentro anche quando è in funzione.
Come il classico gabbiano risucchiato dalla ventola, si può passeggiare fra le pale che girano, infilarsi nel compressore che spinge l’aria verso la turbina, osservare il flusso del carburante nella camera di combustione e farsi espellere a velocità supersonica, restando tutti interi, grazie agli esperti di realtà virtuale, che riescono a riprodurre ogni singola componente della macchina in tre dimensioni, fin nei minimi particolari, per simularne il funzionamento. Sembra un videogioco a grandezza naturale, invece è un lavoro maledettamente serio, anche se gli ingegneri del centro di progettazione Rolls Royce di Dahlewitz, vicino a Berlino, sembrano divertirsi come dei bambini a insegnare ai profani come si entra nel motore per carpirne tutti i segreti. Ma non appena il profano esce, lì dentro riprendono a nascere gli apparecchi che poi ci porteranno a spasso fra le nuvole.
Ogni pezzo di questi motori, dalle maxi-pale all’ultimo bullone, viene disegnato, testato, corretto, riprovato nella realtà virtuale. Esperti di acustica e vibrazioni riescono a prevedere e a misurare tutte le possibili sorgenti di rumore, per cercare di eliminarle. Specialisti di termodinamica inventano ogni trucco per ridurre il più possibile i consumi e quindi anche le emissioni dei jet. La realtà virtuale sta trasformando alla radice tutti i processi di produzione della grande industria. Quando si comincia a costruire, ormai il motore è già testato, l’aereo ha già volato e lo stesso vale per tutte le grandi macchine, a beneficio dell’efficienza e della sostenibilità.
Nel futuro dell’industria meccanica si vede sempre più software, non soltanto a livello di controllo dei processi industriali, ma soprattutto a monte, nella fase di progettazione e analisi dei prodotti. La capacità di simulare le caratteristiche dei prodotti e di testarle, prima ancora che gli oggetti stessi esistano, potrà accorciare enormemente i tempi di progettazione e diventare un elemento essenziale di competitività nell’eterna gara per arrivare primi sul mercato con un prodotto nuovo. In un mondo dove non è più il pezzo di ferro che costa, ma il tempo degli ingegneri, il design virtuale, capace di immaginare e analizzare un’auto o un cellulare in 3D prima ancora di averli prodotti, consente di saltare intere fasi di progettazione.
Ma per ridurre i costi di gestione diventa centrale anche ragionare sui processi interni, costruendo un sistema che tenda al miglioramento continuo e all’eliminazione delle perdite di efficienza. Rolls Royce, ad esempio, raccoglie 9 giga di dati ogni giorno e colleziona mezzo miliardo di segnalazioni all’anno. Per aumentare l’efficienza del sistema, i software di dialogo da macchina a macchina raccolgono e analizzano gli indicatori chiave di prestazione, facilitando tutte le decisioni. La casa inglese cerca di sfruttare tutte le tecnologie disponibili per richiedere il minimo intervento umano nell’identificazione dei colli di bottiglia della produzione. Non si tratta solo di mettere in comunicazione le macchine fra di loro, ma anche con database esterni, da dove estrarre le informazioni per capire quello che sta succedendo prima ancora che si arrivi al guasto e al fermo macchina.
In questo modo si risparmiano soldi, ma soprattutto energia. Per capire quanta energia si possa risparmiare con l’efficienza, basta confrontare le economie esistenti: quella giapponese, la più efficiente del mondo, con la stessa quantità di energia genera una quantità di Pil 16 volte superiore rispetto alla russa, 8 volte superiore rispetto alla cinese e doppia rispetto a quella europea. “Un’idea finché resta un’idea è soltanto un’astrazione, se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione”, cantava Gaber. Oggi le idee si mangiano e la rivoluzione è a buon punto.