«La crisi finanziaria rilancia l’economia della reputazione»

Il boom dei consumi collaborativi ha portato il mondo alla condivisione di automobili, appartamenti, talenti. Il mercato di questa nuova economia è il web e le tecnologie digitali sono gli strumenti che hanno consentito il suo sviluppo. Ma la moneta che la fa funzionare è la fiducia. Senza il capitale intangibile della fiducia interpersonale, nell’economia collaborativa non si muove nulla. Da dove nasce tutta questa fiducia?

“Paradossalmente, nasce dalla sfiducia nei sistemi del capitalismo tradizionale”, risponde Eloi Laurent, economista a Sciences-Po e a Stanford e autore di un saggio che ha appassionato l’opinione pubblica francese sull’Economia della fiducia, pubblicato in Italia da Castelvecchi. Proprio in quest’epoca dominata da una grave crisi di fiducia nei mercati, nelle istituzioni, nella politica, Laurent si pone l’obiettivo di comprendere l’importanza di questo concetto nella complessità del sistema delle relazioni sociali. “Il cammino delle società verso la modernità dovrebbe rendere la fiducia interpersonale sempre meno necessaria, per via dell’edificazione di istituzioni politiche, sociali ed economiche che permettono appunto di farne a meno”, spiega Laurent.

Ma di questi tempi si pone sempre più la questione della qualità, dell’equità e dell’efficacia delle istituzioni che hanno preso il posto dei rapporti interpersonali di fiducia. Dopo l’”esuberanza irrazionale” che ha portato al crollo dei mercati nel 2001 e la bolla immobiliare che ha precipitato il mondo nella crisi globale del 2008, c’è da chiedersi quanto siano credibili le istituzioni che regolano i mercati e i governi che ne fissano le modalità d’intervento. “Questa incertezza sociale si è ulteriormente intensificata nel corso degli ultimi decenni con l’importanza crescente delle nuove tecnologie e dell’economia dell’immateriale, che rendono i contatti diretti tra gli esseri umani meno frequenti e i prodotti scambiati meno tangibili, mentre il ritmo delle transazioni non smette di accelerare”, fa notare Laurent. Ma proprio perché i fondamenti sociali del nostro mondo sarebbero divenuti più incerti – ivi comprese le norme sociali che si incarnano nelle nostre istituzioni – la fiducia interpersonale tornerebbe ad essere indispensabile. La crisi finanziaria distrugge in qualche modo la fiducia istituzionale, rinviando i cittadini ai rapporti privati di fiducia.

L’esplosione della sharing economy può essere vista, dunque, come una regressione verso forme più primitive di fiducia, ma resta da chiedersi: funzionerà? “Gli attori di queste nuove forme di economia collaborativa dovranno costruire dei modi nuovi per assicurare l’affidabilità del sistema”, sostiene Laurent. E in pratica lo stanno già facendo: società come eBay, AirBnb o Tripadvisor si affidano alle raccomandazioni dei clienti per costruirsi una reputazione che diventa il loro asset principale. La comunità degli utenti del servizio fa da garante della sua qualità. “Quando si commercia su un mercato ci si affida a dei marchi: la stessa cosa deve avvenire adesso in queste nuove forme di economia collaborativa, in modo tale che gli scambi possano avvenire liberamente”, ritiene Laurent. Si può ricostruire la fiducia sulla base di sistemi collaborativi locali, come le comunità in cui si scambiano servizi pagandoli con altri servizi invece che con denaro, dove si va oltre il sistema monetario, oppure sviluppare iniziative spontanee di scambi di beni fra vicini di casa.

“Il bello di queste iniziative è la varietà: siamo in un mondo dov’è possibile spaziare dalle carte di credito contactless al baratto”, commenta Laurent. Ma attenzione, le istituzioni sociali, politiche ed economiche che abbiamo costruito non si possono cancellare, perché alla lunga la prevalenza di forme di fiducia interpersonale sulla fiducia nelle istituzioni può avere costi altissimi. Nelle comunità umane dove le norme private rimpiazzano la norma pubblica – come nel caso della mafia siciliana – spesso regnano la corruzione, il nepotismo o la frode fiscale. “La costruzione di nuove stratificazioni non deve comportare la sparizione del sistema, ma semplicemente l’invenzione di nuovi modi per ravvivare la fiducia”, auspica Laurent. Non c’è immobilità nelle forme di fiducia, che al contrario hanno andamenti ciclici nel corso della storia. La sola cosa certa è che senza fiducia non si può fare una società, prosperare e restare liberi.