Enel, per Endesa servono 10 miliardi e il sì di Madrid

Non sarà una passeggiata. Prima ci vorrà un accordo fra il numero uno di Enel Fulvio Conti e José Manuel Entrecanales, presidente di Acciona e di Endesa, per sbloccare l' empasse che sta paralizzando Endesa. E poi servirà, con ogni probabilità, un accordo politico che sancisca il divorzio. L' ingresso di Enel nell' azionariato dell' ex monopolista spagnolo era stato concordato da Romano Prodi con José Zapatero in persona. Ora non sarà facilissimo mettere Zapatero seduto allo stesso tavolo con Silvio Berlusconi per concordare le modalità dell' uscita di Acciona dall' azionariato Endesa ed eventualmente l' ingresso di altri garanti spagnoli. L' unica certezza è che un compromesso va trovato e presto. Entrecanales, infatti, sta piantando una grana dietro l' altra nel cda di Endesa, dove il suo voto conta il doppio e quindi rappresenta l' ago della bilancia in qualsiasi decisione, visto che Acciona ha la metà dei consiglieri, pur pesando solo per il 25% nel capitale di Endesa. È stato questo il ticket pagato da Conti per ottenere il via libera di Madrid all' acquisizione del 67% del gigante spagnolo. Ma ora la convivenza tra i due partner sta diventando davvero difficile. Prima c' è stata la frizione sulle nomine di alcuni manager, ora sulla questione della valutazione degli asset di Endesa nelle fonti rinnovabili. «Entrecanales è sotto pressione – dicono fonti interne al nucleo storico di Endesa -. Deve portare a casa un risultato in tempi brevi e sta cercando di far perdere la pazienza ai vertici Enel per giungere a un divorzio consensuale». Del resto, Enel ha un interesse strategico per Endesa e intende farla crescere ben oltre i confini spagnoli, mentre Acciona punta a liquidare al più presto l' investimento, massimizzando le plusvalenze e portandosi a casa l' unico asset che davvero le interessa: le rinnovabili di Endesa. Acciona ha un' esposizione di 18 miliardi – solo finanziamenti bancari, niente bond e quindi niente rating – contro una capitalizzazione di 6 miliardi e proprio questa settimana scade un' importante linea di credito con il Santander (1,8 miliardi di euro). Nessun problema a rinnovarla, ma un debito che è quasi 13 volte il margine operativo lordo e quasi 3 volte il patrimonio netto non fa dormire sonni tranquilli alla famiglia Entrecanales, tanto più ora, con in tassi d' interesse in ascesa. Certo, Acciona potrebbe sempre esercitare la put sul 25% di Endesa, ma l' opzione (10-12 miliardi di euro) scade a ottobre 2010 e chiedere a Enel di anticipare i termini è certo possibile, ma non metterebbe Acciona in una posizione negoziale ottimale. Per questo Entrecanales sta cercando di rendere impossibile la convivenza e arrivare alla rottura senza pagare pegno. Alla scorsa assemblea Entrecanales ha cercato di gettare acqua sul fuoco, ma è evidente che gli obiettivi dei due soci sono divergenti e che, a meno di sedersi a un tavolo negoziale, le cose non potranno che andare peggio. Finora gli spagnoli hanno nominato i manager che desideravano senza nemmeno informare Enel, hanno bloccato le nomine italiane e, soprattutto, hanno stoppato il nuovo piano industriale. Fulvio Conti sembra prendere la questione con filosofia e soprattutto non sembra disposto a strapagare la quota di Acciona, tanto più ora con i mercati ai minimi. Ma su un punto non ci saranno sconti: sulla valutazione degli asset di Endesa nelle rinnovabili Entrecanales non avrà voce in capitolo, a causa del conflitto d' interesse. In base agli accordi, questi asset verranno conferiti in ottobre, insieme agli impianti analoghi di Acciona, a una joint venture di cui Acciona avrà il controllo e che dovrebbe valere una 10 di miliardi. Entrecanales, abituato a una gestione molto padronale e poco manageriale delle sue imprese, avrebbe tutto l' interesse a trasferirli a un prezzo «conveniente», ma i rappresentanti di Acciona in cda, compreso il presidente, saranno esclusi dalla votazione. E questo – la valutazione degli impianti Endesa – è il nodo su cui si metteranno al lavoro le diplomazie parallele per trovare un compromesso soddisfacente per tutti. Ma la strada, al momento, appare ancora in salita. * * * Chi è Fulvio Conti Amm. delegato Enel Manager di lungo corso, sessantun anni a ottobre, Fulvio Conti ha messo la parola fine all' avventura telefonica dell' Enel con la vendita di Wind e ha spinto per una forte internazionalizzazione del gruppo. Dopo il tentativo frustrato di conquistare la francese Suez, Conti ha giocato tutto sulla roulette di Spagna. E ha vinto.

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