Elettricità dai rifiuti industriali: una macchina contro le eco-mafie

I rifiuti industriali, più o meno tossici, sono l'incubo principale dell'industria manifatturiera. Cari da smaltire, complicati sul piano burocratico, ingombranti dal punto di vista ambientale. L'incubo numero due è la bolletta elettrica, sempre più alta e dipendente dalla volatilità dei mercati delle materie prime. Nse Start offre una soluzione innovativa per tutti e due i problemi. Con questa tecnologia di pirogassificazione, per ora unica al mondo, una media impresa può smaltire in loco ogni tipo di rifiuto industriale, anche pericoloso, producendo al tempo stesso energia elettrica o termica. Il primo impianto è in costruzione a Castelfranco di Sotto, in provincia di Pisa, per la West Recycling, una piattaforma per la selezione e il trattamento dei rifiuti industriali, che così chiuderà il ciclo con lo smaltimento sul posto.

Nse, che sta per New Sustainable Energy, è stata fondata da un gruppo di imprenditori toscani, guidato da Nicla Pucci, dopo tre anni di studio per l'industrializzazione del prodotto. Il primo finanziamento viene dal fondo di venture capital 360° Capital Partners (1,5 milioni di euro), insieme a Toscana Innovazione e altri investitori (1 milione): il progetto industriale, sviluppato a partire da un'idea dell'inventore Enzo Morandi, consiste nella realizzazione di piccoli impianti flessibili, trasportabili e modulari, da installare direttamente nei siti industriali dove gli scarti vengono generati, evitando così la necessità di trasferirli verso centri di stoccaggio, discariche o inceneritori di terzi e concretizzando l'obiettivo dei "rifiuti a chilometro 0", un risultato molto interessante soprattutto per un Paese dove la tracciabilità dei rifiuti non è certo al top e dove lo smaltimento degli scarti industriali è spesso infiltrato dalle ecomafie.

Il brevetto, che protegge l'invenzione di Morandi sia a livello europeo che internazionale, si basa su un sistema innovativo per sfruttare la pirolisi, quel processo di decomposizione dei materiali organici che avviene a temperature elevate ma senza fiamma, in completa assenza di ossigeno. Solitamente però la pirolisi dei rifiuti utilizza temperature comprese tra 400 e 800°C, con rilevanti problemi di inquinamento. L'innovazione tecnologica dell'impianto Nse si basa sull'integrazione fra la pirolisi e il processo di gassificazione. Le altissime temperature di esercizio (1600°) consentono di decomporre del tutto le molecole organiche e di vetrificare i residui, eliminando così le problematiche relative all'inquinamento: la macchina non emette composti gassosi tossici come diossine, furani o ceneri e diventa perciò un ottimo modo per trattare pneumatici, Pvc, rifiuti ospedalieri e altri rifiuti industriali.

Tanto per fare un esempio, un impianto Nse ha la potenza di 12 camion pesanti di cilindrata medio-alta, ma emissioni in atmosfera minori di uno solo di questi camion. Il pirogassificatore, che può lavorare in un anno 10-12mila tonnellate di materiale, sviluppa 6,5 milioni di kilowattora elettrici o 3,8 milioni di kilocalorie termiche e appena il 3-5% di ceneri inerti da utilizzare come sottofondo stradale. Consiste in 7 container standard, che si possono collocare all'aperto e non occupano più di 800 metri quadri di spazio. Ha un costo fra i 5 e gli 8 milioni di euro, con un rientro previsto in 4-5 anni, grazie ai risparmi sui costi di smaltimento, che si aggirano su un milione di euro all'anno per quella quantità di materiale, e di mancato acquisto di metano, un altro milione all'anno. "Non vogliamo solo vendere una macchina, ma portare valore aggiunto alle imprese e riqualificare il trattamento dei rifiuti industriali in Italia", spiega Nicla Pucci, ad di Nse. "Ci occupiamo di tutto: la verifica della collocazione, il rilascio delle autorizzazioni e la formazione di base per la gestione della macchina", aggiunge. "I nostri impianti sono piccoli, flessibili, si montano in 2-3 mesi e sono facilmente smontabili: si prestano anche all'utilizzo temporaneo, ad esempio in un grosso cantiere di bonifica, che poi potrebbe smontarli e portarli da un'altra parte, o per risolvere i problemi estivi delle isole, che vengono sommerse di turisti solo per un breve periodo all'anno". In pratica, il cliente prima di tutto. E l'ambiente ne guadagna.

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