L’unione fa la forza: le rinnovabili diventano ibride

L'unione fa la forza. E la ricerca di
efficienza nella generazione elettrica da fonti rinnovabili porta a
sperimentare sempre più spesso la fusione tra diverse tecnologie,
per aumentare i rendimenti. Solare più geotermico, biomasse più
solare a concentrazione, vento più sole, vento più idroelettrico
più fotovoltaico, vento più biodiesel sono i matrimoni più
praticati, per non parlare delle ibridazioni fra solare a
concentrazione e combustibili fossili, sia gas che carbone, di cui ci
sono già innumerevoli esempi.

L'idea di base è banale: considerati i
rendimenti molto bassi di certi tipi di fonti rinnovabili,
soprattutto quelle basate sul sole, che disperdono sotto forma di
calore gran parte dell'energia raccolta, perché non provare ad
aumentare l'efficienza mettendo più carne al fuoco nell'ambito dello
stesso impianto, con notevoli economie di scala?

Stillwater

E' questo il ragionamento da cui è
partito Francesco Starace, capo di Enel Green Power, quando ha
pensato di sfruttare la presenza contemporanea del sole e di
importanti risorse geotermiche in Nevada, dove qualche mese fa è
stato inaugurato il primo impianto ibrido al mondo in grado di
combinare la produzione continua e affidabile della geotermia con la
potente capacità di picco del solare. L'impianto di Stillwater, non
lontano da Reno, ha una potenza combinata di 59 megawatt, 26 solari e
33 geotermici, dimostrando i vantaggi di combinare due tecnologie nel
medesimo sito: non soltanto in questo modo si aumenta la produzione
di energia a zero emissioni, che supererà i 200 milioni di
kilowattora all'anno, ma consente anche di avvalersi delle stesse
infrastrutture, come ad esempio le linee elettriche di
interconnessione, riducendo così ulteriormente l'impatto ambientale.

Sulla base dello stesso ragionamento è
nato l'impianto di Zhangbei, in Cina, che unisce 100 megawatt eolici
con 40 megawatt fotovoltaici, aggiungendo anche una notevole potenza
di storage, con 36 megawatt di batterie agli ioni di litio
(commissionate a Byd, l'azienda leader cinese di questa tecnologia),
per livellare i picchi e compensare le fluttuazioni di produzione
tipiche del sole e del vento. L'impianto di Zhangbei, a Nord Ovest di
Pechino, è ad oggi l'unico al mondo che unisca una capacità di
generazione su larga scala da fonti rinnovabili e una simile potenza
di storage.

Sole e vento, però, si sono già sposati altre volte,
come ad esempio a Grand Ridge, in Illinois, la più grande centrale
che combini eolico e solare negli Usa, entrata in funzione quest'anno
con 210 megwawatt eolici e 23 megawatt fotovoltaici. Un altro grande
progetto di questo tipo entrerà in produzione all'inizio dell'anno
prossimo in California, sulle pendici meridionali delle Tehachapi
Mountains, a Nord di Los Angeles. La nuova centrale metterà insieme
140 megawatt eolici con 130 megawatt fotovoltaici. In entrambi i casi
americani i pannelli utilizzati sono a film sottile e l'occasione per
il progetto deriva dalla realizzazione di nuove infrastrutture di
rete, che consentono di allacciare entrambe le tecnologie nello
stesso sito.

Un altro impianto pionieristico sarà
la centrale ibrida di Borges Blanques, in Catalogna, che entrerà in
produzione all'inizio del 2013 combinando solare a concentrazione e
biomasse per una potenza complessiva di 58 megawatt. Qui la
componente di biomasse sostituisce la classica turbina a gas, che di
solito si sposa con il solare a concentrazione, per fornire la
produzione elettrica di base, 24 ore su 24, che gli specchi
parabolici integreranno durante il giorno con la loro capacità di
picco.

Sempre in Spagna, ma stavolta in una
valle ventosa alle Canarie, è stato realizzato un ambizioso progetto
che unisce eolico, fotovoltaico, idroelettrico e solare termico per
soddisfare il fabbisogno elettrico di El Hierro, la più piccola e
occidentale delle quattro isole, che finora andava a olio
combustibile. Il progetto di Gorona del Viento è interessante perché
usa un bacino idroelettrico come stoccaggio dell'energia generata in
eccesso dalle turbine e dai pannelli, per poi rilasciarla quando il
vento non tira o il sole non splende.

Un progetto ibrido molto
innovativo è stato realizzato nelle Antille Olandesi, sull'isola di
Bonaire, che ha rimpiazzato la sua vecchia centrale diesel, bruciata
in un incendio, con un moderno impianto a biodiesel da 14 megawatt,
che insieme a 3 megawatt di batterie compensa le fluttuazioni di un
piccolo parco eolico da 11 megawatt, soddisfando con energia verde il
fabbisogno dell'isola.