Con le batterie si raddoppia la potenza del sole

E' un mercato che ancora non esiste, ma
nel 2018 varrà 2 miliardi di dollari, secondo le stime degli
esperti: le batterie per gli impianti fotovoltaici familiari non sono
neanche nate, che hanno già ricevuto in dote 50 milioni di euro dal
legislatore tedesco, grazie agli incentivi partiti il 1° maggio.

Accumuli

Il
gruzzoletto non è arrivato accanto alla culla per caso. "In
Baviera, ad esempio, nel 2012 è stato installato il 10% di tutto il
fotovoltaico mondiale e la rete è in grave sofferenza per
l'imprevedibilità dei carichi", spiega Ugo Govigli, numero uno
di Nec Italia, dopo dieci anni in Siemens. "Gli incentivi appena
varati per gli impianti domestici di accumulo di energia non sono
soldi spesi per ambientalismo, ma per aiutare a stabilizzare il
sistema elettrico tedesco, che rischia tutti i giorni il blackout",
precisa Govigli. Un'ampia diffusione dei sistemi di accumulo, oltre a
diminuire la necessità di potenziare la rete, diluisce l'impatto del
fotovoltaico sul sistema elettrico, spalmando il suo contributo nelle
diverse fasce orarie. E' quindi comprensibile che Berlino cerchi di
spingere i tedeschi a mettersi in casa un sistema di accumulo.

In più, il taglio degli incentivi in
molti mercati importanti spinge l'autoconsumo. "Per chi si è
dotato di un sistema fotovoltaico, anche in Italia, è molto più
conveniente consumare in proprio l'energia prodotta, piuttosto che
venderla alla rete", spiega Govigli, che si basa sull'ampia
esperienza raccolta da Nec in Giappone, dove ha lanciato i primi
sistemi al mondo di accumulo domestico due anni fa, subito dopo il
disastro di Fukushima. Da allora ad oggi, migliaia di famiglie
giapponesi si sono dotate di questi sistemi, che utilizzano le stesse
batterie agli ioni di litio prodotte da Nec per le auto elettriche di
Renault Nissan, di cui è partner esclusivo. "Chi ha un impianto
fotovoltaico consuma in media il 30% dell'energia prodotta e per il
resto del tempo ricorre alla rete, mentre installando un sistema di
accumulo, anche piccolo, si può aumentare l'autoconsumo fino al 60%,
raddoppiando il vantaggio economico dato dai pannelli", fa
notare Govigli, che ha convinto la casa madre a realizzare in Italia,
probabilmente in Puglia, il primo impianto produttivo Nec in Europa,
dopo aver insediato a Roma il primo centro di competenza europeo per
le smart grid. Anche tra i produttori di inverter non si sta con le
mani in mano: la tedesca Sma Solar, ad esempio, ha già messo sul
mercato una soluzione che combina un inverter di nuova generazione e
una batteria agli ioni di litio, promettendo di aumentare al 60% la
quota di autoconsumo. Il problema sono i costi. Per arrivare a un
raddoppio dell'autoconsumo, si raddoppia anche il prezzo di acquisto
del sistema fotovoltaico. Determinante per la diffusione, quindi,
sarà la discesa dei prezzi.

La Germania è il primo Paese che cerca
di dare una spinta al mercato: ora lo Stato offre duemila euro per
ogni sistema di accumulo acquistato. Ma gli operatori del settore
aspettano al varco anche altri Paesi con una quota rilevante di fonti
rinnovabili. In California, ad esempio, è stato introdotto l'obbligo
di dotarsi di sistemi di accumulo per tutti gli impianti solari delle
utilities e una normativa analoga si profila anche in Germania, il
che potrà spingere la domanda per dispositivi di storage di scala
più elevata. In questo ambito si muovono i sistemi di accumulo
progettati dall'italiana Fiamm, che sfruttano la tecnologia al sodio
cloruro di nickel per soddisfare le esigenze delle smart grid. Fiamm
ha appena vinto, insieme a una serie di partner, il bando Smart
Cities del Miur, con un finanziamento di 19 milioni di euro, per lo
sviluppo a Vicenza della prima rete di energia generata e accumulata
localmente.