L’unione delle risorse energetiche distribuite

Dall’isola di Wight a Terni, da Lisbona a Nicosia, crescono le fonti rinnovabili e l’Europa ha bisogno di efficienza nella loro integrazione. Nasce da qui InteGridy, un grande progetto europeo di ricerca da 16 milioni di euro nell’ambito di Horizon2020, con una trentina di partecipanti da otto Paesi europei, fra cui l’Italia, che aderisce con sette aziende e università, focalizzandosi su due progetti pilota, a Terni e San Severino Marche.

“Siamo partiti con l’obiettivo di dimostrare l’applicabilità di una serie di soluzioni e risposte alla rapida crescita della generazione distribuita dell’energia, all’introduzione di sistemi di stoccaggio nelle case e alla diffusione dell’auto elettrica – spiega Fabio Inzoli, direttore del dipartimento di Energia al Politecnico di Milano, che partecipa al progetto -. InteGridy sperimenterà da qui al 2020 vari strumenti che consentano ai consumatori di partecipare attivamente al mercato dell’energia, nuovi modelli di business per combinare risorse energetiche distribuite, autoconsumo e stoccaggio con l’utilizzo dei servizi di rete, tecnologie di accumulo, soluzioni di riscaldamento competitive e l’integrazione intelligente degli utenti nella rete dai trasporti con veicoli elettrici”. In pratica, tutto l’arsenale dispiegato dalle tecnologie digitali più avanzate per consentire all’Europa una serena transizione energetica verso l’energia verde.

Nei due progetti pilota italiani, a San Severino Marche e a Terni, si sperimenteranno sistemi d’integrazione intelligente delle fonti rinnovabili nella rete, anche con l’aiuto di accumuli, visto che in tutti e due i casi ci sono forti risorse rinnovabili, sia da idroelettrico che da fotovoltaico, a fronte di consumi modesti, con conseguenti difficoltà di trasmissione dell’energia. “In casi come questi si verifica frequentemente un fenomeno di flusso inverso dai piccoli produttori di elettricità verso la rete, contrario al flusso normale, che è tradizionalmente dalla rete verso gli utenti: un fenomeno di questo tipo è sopportato male dalla rete al momento attuale e noi applichiamo soluzioni digitali adatte a favorire l’integrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico”, spiega Luigi D’Oriano, di Energy@Work, una start up specializzata nell’automazione per l’ottimizzazione energetica che partecipa a InteGridy. Le soluzioni di Energy@Work vanno dai sistemi intelligenti per la gestione energetica alla domotica per la riduzione dei consumi negli edifici complessi e nel progetto pilota di San Severino Marche verranno applicate in collaborazione con il Politecnico di Milano sulla rete di distribuzione elettrica, per ovviare ai problemi causati dai flussi inversi di elettricità verso la rete di Terna.

I dieci territori selezionati per i progetti pilota, di cui due in Italia, due in Grecia e gli altri distribuiti fra Regno Unito, Francia, Spagna, Portogallo, Romania e Cipro, sono tutti molto ricchi di risorse rinnovabili, dal vento al sole alle biomasse, e spesso già dotati di microgrid in fase di sperimentazione avanzata con sistemi di accumulo, sensoristica, contatori intelligenti, edifici smart e mobilità elettrica. “Il nostro proposito è dimostrare che queste innovazioni hanno un reale valore aggiunto per gli utenti elettrici, a cui semplificano la vita e consentono importanti risparmi sulle bollette”, precisa Inzoli. Da qui nasceranno i sistemi dell’energia di domani, che consentiranno ai consumatori di produrre energia, oltre che consumarla, e di interagire con la rete come oggi possono fare solo le grandi industrie.