La strada ricarica l’auto in viaggio

Ricaricare l’auto elettrica senza doversi preoccupare di cercare una colonnina: è il sogno di tutti gli automobilisti verdi. Gli svedesi, che l’anno scorso hanno comprato quasi 20mila auto elettriche (contro le 4.800 degli italiani, tanto per fare un confronto) e puntano a togliere i motori a combustione interna dalla circolazione entro il 2030, stanno cercando di realizzarlo, con la prima strada elettrificata del mondo, inaugurata pochi giorni fa, eRoadArlanda. Per ora è solo un tratto di due chilometri molto frequentato da camion, perché collega Arlanda, l’aeroporto di Stoccolma, a un polo logistico, ma se la tecnologia si dimostrerà efficace l’agenzia statale che gestisce le autostrade nel Paese ha già annunciato di voler estendere il progetto a tutta la rete.

La tecnologia non è molto diversa da quella delle “slot car”, i modellini molto in voga negli anni Settanta, che gareggiano su autopiste giocattolo inserendole in un binario elettrificato. Nella smart road costruita in Svezia è percorsa da due binari (ciascuno dei quali suddiviso in sezioni da 50 metri che vengono alimentate soltanto nel caso in cui un veicolo elettrico vi transiti sopra), collocati 5-6 centimetri al di sotto del manto stradale, che forniscono energia all’auto mediante un braccio mobile installato al di sotto del pianale, proprio come una slot car. Il braccio di collegamento fra binari e veicolo si sgancia automaticamente dal contatto quando la vettura cambia corsia. All’impianto è abbinato un cervellone che raccoglie i dati e controlla la quantità di elettricità utile al singolo veicolo, inviando al proprietario, al termine dell’operazione, il conto della ricarica.

In questa prima fase di sperimentazione il tratto viene impiegato solo per la ricarica dei camion delle poste svedesi, riconvertiti ad hoc dall’alimentazione diesel alla propulsione elettrica. Il sistema, che costa 1 milione a chilometro, è stato sviluppato da Gunnar Asplund, che ci lavora da molti anni e dopo una lunga carriera nel colosso svizzero-scandinavo Abb ha fondato nel 2009 una sua società, Elways, per riuscire a realizzarlo. Nel giro di tre anni Asplund conta di elettrificare un tratto lungo 20-30 chilometri e in prospettiva punta a elettrificare il triangolo di 1.365 chilometri che collega Stoccolma, Malmö e Göteborg. Qui circola il 70% dei veicoli immatricolati in Svezia.

Il vantaggio è innegabile, anche sul piano economico. Con mille euro a chilometro, il sistema costerebbe meno dell’installazione di una nuova linea di tram a Stoccolma. Hans Säll, amministratore delegato del consorzio eRoadArlanda, è stato chiaro: “Basterebbe elettrificare i 20.000 chilometri di autostrade per garantire la circolazione di veicoli elettrici in tutto il Paese, poiché la distanza che separa un’autosrada dall’altra non è mai superiore a 45 chilometri e le auto elettriche possono già percorrere questa distanza senza il bisogno di essere ricaricate”. Il suo sogno, però, è di esportare il sistema nel resto d’Europa: “Se il sistema venisse implementato sulle autostrade europee, sarebbe possibile guidare da Capo Nord, nel Nord della Norvegia, a Malaga, nel Sud della Spagna, senza fermarsi a fare rifornimento”.

La Svezia non è l’unico Paese al mondo dove si stanno testando tecnologie di elettrificazione delle strade, ma in generale negli altri casi si utilizzano campi magnetici wireless, come nel caso di una strada in Sud Corea dove si ricaricano bus elettrici e di un esperimento analogo nel Regno Unito. La carica trasferita, però, è molto più debole e finora questo tipo di tecnologia ha dato buoni risultati soprattutto quando i veicoli stanno fermi.