Ecco il mini-idro: la centrale va nel container

L’idroelettrico, la più antica e consolidata delle energie rinnovabili, torna alla ribalta. E così riparte anche la ricerca e l’innovazione per il mini-idro, che in Occidente ormai è l’unica possibilità di crescita per questa fonte estremamente competitiva, che in Italia copre il 20% della domanda elettrica nazionale.

Un esempio interessante è quello di WaterGenPower, start-up genovese nata dal know-hom di Ansaldo e già molto attiva, soprattutto in Cina, nella realizzazione di impianti idroelettrici di grandi dimensioni. Adesso WaterGenPower porta in Europa la prima centrale idroelettrica realizzata all’interno di un container, una soluzione al momento unica sul mercato e molto conveniente dal punto di vista economico. L’impianto, dalla potenza massima di 0,5 megawatt, può essere installato in qualsiasi contesto attraverso il semplice collegamento del container alla rete elettrica e ad un corso d’acqua, anche di piccola dimensione, con portata superiore ai 4 metri cubi al secondo.

La struttura richiede opere civili accessorie minime, con vantaggi notevoli dal punto di vista dell’impatto ambientale, grazie anche alla possibilità di mascherare il container con soluzioni semplicissime. Sotto il profilo industriale, la centrale idroelettrica viene assemblata all’interno del container (lungo 6 metri, largo 2,4 e alto 2,6) nello stabilimento del colosso cinese dell’idroelettrico Hangzhou Yatai ad Hangzhou sotto la regia dei tecnici WaterGenPower e viene consegnata all’operatore finale pronta per l’installazione. “L’impianto ha un vastissimo potenziale di impiego perché permette di sfruttare salti d’acqua molto ridotti, anche nei canali di irrigazione o negli acquedotti già in funzione”, spiega il fondatore Mario Bianchi, che spera in un rapido sviluppo del mini-idro in Italia.

Un’altra soluzione assolutamente inedita, che punta a portare l’idroelettrico là dove non s’immagina, sfruttando anche i corsi d’acqua più incostanti tipici degli ambienti aridi, arriva da Thesan, spin-off innovativo della Savio, che ha progettato un nuovo modello di turbina adatta anche alle portate più deboli. Una tecnologia che apre nuove frontiere per questa energia rinnovabile anche in quei Paesi in via di sviluppo dove non è stata ancora sperimentata, per limiti naturali dovuti alla siccità.

Il progetto, sviluppato in collaborazione con i supercomputer del Cineca, si è aggiudicato l’Hpc Innovation Excellence Awards, un  prestigioso riconoscimento dedicato alle applicazioni più innovative delle tecnologie di supercalcolo. “La nuova turbina di Thesan si presenterà con profili progettati dalla fluidodinamica, con un design innovativo che coniuga silhouette alari e forme a campana, che ci ha permesso di perfezionare una tecnologia di produzione energetica efficace anche in caso di una portata d’acqua molto ridotta”, spiega Roberto Vadori, responsabile di Thesan per le attività di calcolo e simulazione numerica.

La turbina, in altre parole, si adatta alla velocità dell’acqua: in caso di dispersioni nelle condotte o in stagioni particolarmente aride il dispositivo, al contrario di quanto accade con una tradizionale turbina, rallenta ma è sempre in grado di ottimizzare la produzione. Un prototipo full-scale è in fase di test nei laboratori di Thesan in val di Susa e arriverà sul mercato prossimamente.