Nuovo record per l’energia del sole, che nel 2015 è cresciuta del 34% a livello globale, con 59 nuovi gigawatt fotovoltaici installati, soprattutto negli Stati Uniti, in Cina e in Giappone. Ma la corsa del solare non si ferma certo qui, anzi, sembra appena iniziata, grazie agli ambiziosi obiettivi formulati da diversi governi dopo la Cop21 di Parigi sul clima. A fine 2016, la potenza fotovoltaica totale installata nel mondo supererà i 310 gigawatt, in base alle ultime stime della società di analisi Ihs. Nel 2016 dovrebbero quindi essere installati circa 69 nuovi gigawatt fotovoltaici. A fine anno cinque Paesi avranno il 70% della potenza complessiva installata: Cina, Stati Uniti, Giappone, Germania e Italia.
La Cina nel 2016 si confermerà il primo Paese per nuova capacità installata, ma anche come potenza complessiva. A fine 2015, la Cina aveva raggiunto i 43 gigawatt di potenza fotovoltaica complessiva installata e il governo ha stabilito un target di 15 gigawatt solari per il 2016. L’Europa, invece, perderà ancora terreno quest’anno, a beneficio in particolare di Stati Uniti, Giappone e India. La Germania, per anni Paese capofila incontrastato nel solare, è passata l’anno scorso in seconda posizione dopo la Cina come capacità totale installata e quest’anno dovrebbe scalare ancora, dalla seconda alla quarta posizione, superata anche da Stati Uniti e Giappone.
Il mercato fotovoltaico europeo, comunque, lo scorso anno ha ricominciato finalmente a crescere (trainato soprattutto dal Regno Unito) dopo tre anni di cali, seguiti al record del 2011. Nel 2015 sono stati installati in Europa 8 gigawatt fotovoltaici, quasi il 15% in più rispetto ai 6,95 gigawatt del 2014, in base alle stime dell’associazione di settore SolarPower Europe. L’aumento del 2015 si basa però principalmente sul forte sviluppo del Regno Unito, mentre le connessioni nella gran parte degli altri Paesi europei sono rimaste sostanzialmente stabili, come ha fatto notare anche l’amministratore delegato di SolarPower Europe, James Watson, annunciando le nuove stime. Il +15% europeo, inoltre, va confrontato con un aumento del 34% a livello mondiale. “Il solare ha bisogno di chiari segnali da parte dei decisori politici europei”, ha fatto notare Watson, spiegando che questa fonte “è oggi competitiva negli usi residenziali e commerciali nella maggior parte dei Paesi Ue e gli investitori hanno bisogno di un quadro politico certo per la generazione, l’autoconsumo e l’accumulo di energia solare”.
Il solare corre anche grazie al calo dei prezzi. Per il 2016, Ihs prevede una diminuzione media del prezzo dei moduli solari del 5%, la più bassa mai registrata. Questo, insieme a una buona crescita del mercato globale e ai prezzi bassi del silicio policristallino, consentirà ai produttori di ottenere margini di profitto più consistenti. Ma non tutti sono d’accordo con queste stime. Un nuovo studio della Oxford University, appena pubblicato su Research Policy, prevede ad esempio che il costo dei moduli fotovoltaici continuerà a scendere del 10% all’anno. In base allo studio, firmato dal fisico americano Doyne Farmer e dallo statistico francese François Lafond, il calo dei prezzi dovrebbe spingere il solare a soddisfare il 20% della domanda mondiale di energia entro il 2027, una prospettiva molto più rosea delle stime dell’International Energy Agency, che prevede il fotovoltaico al 16% della domanda elettrica solo nel 2050.
La ricerca delle economie di scala, intanto, sta facendo aumentare le dimensioni dei progetti solari: i due terzi della pipeline globale sono progetti con potenze superiori a 50 meagwatt. In base alle stime di Ihs, la pipeline globale dei mega-progetti fotovoltaici supera ormai i 200 gigawatt. I Paesi leader su questo fronte sono Stati Uniti, Cina e Brasile, che insieme fanno metà della pipeline globale. La crescita più rapida nella pipeline solare è stata registrata negli Stati Uniti, dove nel 2015 sono stati inseriti 16 gigawatt di nuovi progetti e altri 10 gigawatt sono in fase di costruzione. Il mercato fotovoltaico statunitense gode infatti della conferma del credito d’imposta del 30% sugli investimenti solari votata dal Congresso alla fine dello scorso anno. Grazie a questa proroga, la quota degli Usa sulla domanda mondiale di fotovoltaico dal 2015 al 2020 passerà da una media del 10 al 15%, nonostante si preveda una crescita sensibile anche della domanda della regione Asia-Pacifico.
In prospettiva, saranno sempre più importanti anche i mercati emergenti. Da quest’anno l’India sarà un mercato da diversi gigawatt all’anno, mentre Messico e Brasile faranno fatica a centrare i propri target. Altri, come Filippine, Pakistan e Bangladesh in Asia e Uruguay, Guatemala e Panama in America Latina, supereranno la barriera dei 100 megawatt. L’esito della Cop21 avrà ricadute importanti per la diversificazione dei mercati del fotovoltaico e spingerà la domanda in America Latina, Asia e Africa. Molti Paesi, infatti, hanno promesso tagli significativi delle emissioni e il fotovoltaico è visto come una soluizone rapida, efficace e scalabile per centrare questi obiettivi.