La batteria che viene da Oriente

Nella ricerca sulle batterie per l’auto elettrica, gli scienziati cinesi sono di gran lunga più avanti rispetto al resto del mondo. Il New Energy Automobile Engineering Center della Tongji University, a Shanghai, fondato dall’attuale ministro cinese della Scienza, Wan Gang, è considerato uno dei centri più avanzati nello studio delle celle a combustibile e delle batterie agli ioni di litio, mentre la cinese Byd è l’azienda leader di questo settore a livello mondiale, con un esercito di ricercatori e ottime prospettiva di crescita ulteriore, considerato il target di 5 milioni di auto elettriche entro il 2020 a cui punta il governo cinese.

Tongji, una delle università più prestigiose del Paese, è stata fondata nel 1907 per iniziativa del governo prussiano e dei medici tedeschi Erich Paulun, Oscar von Schab e Paul Krieg, che avevano già fondato a Shanghai l’ospedale Tongji (il nome Tongji è un’approssimazione fonetica della parola deutsch). Sulle prime la scuola rilasciava solo lauree in medicina, che corrispondevano ai titoli rilasciati dalle facoltà di medicina in Germania, ma nel 1912 il suo ambito si ampliò con l’attivazione dei corsi di ingegneria. Ora Tongji è una delle più grandi università cinesi, con oltre 70mila studenti. L’ateneo ha cinque campus, tutti nell’area di Shanghai: la sede principale è nel distretto di Yangpu, nella parte nord-orientale della città. Per Tongji University il legame culturale con la Germania resta vivo ancora oggi. Wan Gang, fondatore del New Energy Automobile Engineering Center, ha lavorato per una decina d’anni alla Audi in Germania, prima di tornare in patria e dedicarsi alla ricerca universitaria sui sistemi di propulsione alternativi, per cui il suo istituto è diventato così famoso.

Ma Tongji University non è l’unico istituto prestigioso a Shanghai: insieme a Fudan University e Shanghai Jiao Tong University (nota per il suo Academic Ranking of World Universities) forma un trio ben consolidato, che attira studenti da tutta la Cina. Tutte e tre le università, in questo periodo di transizione energetica del Paese, sono molto attive nelle ricerche di sistemi energetici alternativi. Un gruppo di ricercatori di Fudan University, insieme ai colleghi della Shanghai Academy of Spaceflight, hanno sviluppato recentemente un utilizzo originale dei nanotubi di carbonio nel catodo di una batteria agli ioni di litio, che potrebbe permetterle di ricaricarsi molto rapidamente.

Ora che le priorità del governo cinese in campo energetico sono state chiaramente definite, con l’impegno di aumentare al 20% la quota di fonti non fossili in vista della Cop21, per gli istituti di ricerca cinese ci sarà sempre più da fare.